Case Study: la Federazione dei Comuni del Camposampierese

10 dicembre 2019

In questa scheda ITALIAE analizza il caso della Federazione dei Comuni del Camposampierese (Veneto), che rientra nel novero delle Unioni che hanno aderito alla Community del Progetto.
Le informazioni presentate sono state raccolte a seguito di un’attività di analisi dei fabbisogni realizzata da ITALIAE come azione di supporto ai processi associativi in essere. Il presente contributo è stato realizzato con il supporto dei referenti della Federazione, per l’occasione rappresentata da Anna Maria Giacomelli, Direttore Generale e Mirco Bordin, Servizio Controllo di gestione.

Uno sguardo alla Federazione dei Comuni del Camposampierese

  • Nata nel 2011 (11 Comuni, 101.217 abitanti) come fusione per incorporazione di due Unioni (Unione Comuni del Camposampierese e Unione di Comuni Alta Padovana);
  • N. 56 risorse umane; l’Unione realizza economie di scala esercitando congiuntamente una pluralità di funzioni amministrative attraverso il trasferimento e la convenzione di funzioni e servizi da parte dei Comuni;
  • Funzioni e Servizi: Polizia Locale, Protezione Civile, ICT, Formazione, Controllo di Gestione, Centrale Unica di Committenza, Turismo, SUAP, Ufficio Commercio, Mense scolastiche;
  • Aspetti peculiari: dotata di una società strumentale, centrale unica committenza per 50 enti; marchio d’area ‘Valle Agredo’, ufficio formazione, ufficio controllo di gestione;
  • Sviluppo su tre direttrici: digitalizzazione della PA; mobilità sostenibile; servizi sociali.

Peculiarità del modello organizzativo

Lo scopo principale dell’Unione è di creare, attraverso servizi e politiche pubbliche adeguate, un ambiente favorevole alla crescita, un ambiente che permetta al cittadino di essere attivo nel perseguire le proprie aspirazioni ed il proprio progetto di vita. Occorre sfatare l’idea che le Unioni razionalizzano i costi obbligatoriamente: se un’Unione vuole creare valore e sviluppare il territorio ha bisogno di investire in progetti, razionalizzare i costi non dovrebbe essere l’obiettivo primario.
Il Camposampierese ha trasferito in Unione due funzioni fondamentali (protezione civile e polizia locale) e molti servizi strategici, tra i quali la centrale di committenza, il turismo (Intesa Programmatica d’Area) e il controllo di gestione. La Federazione si occupa inoltre di progetti di sviluppo e crescita per il territorio attraverso anche la stipulazione di accordi e convenzioni nonché alla partecipazione a tavoli di concertazione, con particolare riferimento ai temi della digitalizzazione della PA (Provincia di Padova e Regione del Veneto) e del Turismo (OGD e Progetto Green Tour).
L’attuazione operativa dei servizi è affidata al personale della Federazione (centro competenze), il quale si avvale della propria Società strumentale ASI s.r.l. (centro servizi) per l’esecuzione di specifiche attività, così come meglio disciplinate nei singoli contratti di servizio all’uopo approvati e sottoscritti. ASI s.r.l. si configura quale società in house providing volta alla produzione di beni e servizi strettamente necessari al perseguimento delle finalità istituzionali delle amministrazioni socie, in particolar modo svolgendo le attività di cui all’art. 4 c. 2 lett. d) T.U.S.P., individuate nella “autoproduzione di beni o servizi strumentali all’ente o agli enti pubblici partecipanti o allo svolgimento delle loro funzioni nel rispetto delle condizioni stabilite dalle direttive europee in materia di contratti pubblici e della relativa disciplina nazionale di recepimento”. La Federazione ha inoltre istituito, partendo da un progetto europeo, il marchio d’area Valle Agredo. Dal 2015 è stato istituito l’ufficio turistico di territorio (IAT) ed è a tutt’oggi il primo ufficio turistico in Veneto a rappresentare un territorio composto che rappresenta 11 Comuni e non una sola municipalità. L’ingresso all’ODG di Padova, appena firmato, permetterà alle strutture ricettive turistiche e alle piccole e medie imprese di pianura di fare richiesta di contributi per investimenti innovativi.
L’Ufficio Controllo di Gestione della Federazione, che gestisce il servizio Controllo di Gestione anche per enti convenzionati, ha sviluppato un servizio Web per la definizione del Piano Esecutivo di Gestione e del Piano delle Performance, ed è coinvolta in un progetto pilota, nel quale si configura come best practice a livello del Veneto, per la realizzazione di una piattaforma avanzata di governance della programmazione (DUP, PEG e Piano Performance).
La Centrale Unica di Committenza della Federazione, che gestisce gare d’appalto per 50 Enti (Comuni, IPAB, ATER), permette di perseguire una maggiore qualità ed efficacia dell’azione amministrativa, nella consapevolezza che ciò contribuisce a rafforzare l’economia legale e ad innalzare il livello di prevenzione delle infiltrazioni criminali nell’ambito degli appalti pubblici; tale modello di gestione delle gare pubbliche consente un’ottimizzazione delle risorse e, quindi, un conseguente risparmio, concentrando in una struttura specializzata quegli adempimenti che normalmente vengono curati da una pluralità di stazione appaltanti.

Prospettive di sviluppo e richieste

Alla Federazione si chiede di rafforzare il suo ruolo di aiuto e supporto ai Comuni, analizzando l’organizzazione dei servizi, valutandone l’efficacia e prevedendo anche l’eventuale attivazione di nuove funzioni.
La Federazione considera la formazione del personale uno degli elementi più strategici di sviluppo: formare dipendenti e stakeholder è la giusta base di partenza per il cambiamento, che deve venire dalle persone, per attuare una governance diversa.
La Federazione ha bisogno di fondi perché ha l’ambizione di crescere, si fa dunque portavoce della richiesta di modifica di alcune norme che creano dei lacci impossibili da superare e rendono molto difficile continuare e crescere (specialmente per quanto riguarda il rispetto dell’art. 32 del TUEL, già modificato dalla Legge Del Rio, principalmente sul fronte dei tetti di spesa). I referenti della Federazione considerano l’opportunità di confronto con altre Unioni anche in relazione con l’obiettivo di medio-termine di trasferire la funzione “sociale” in Unione (vige tutt’ora un sistema in cui la ULSS territoriale ha tutte le deleghe, obbligatorie e facoltative). A riguardo la Federazione ha predisposto uno studio di fattibilità per ridefinire le deleghe e riprendere quelle facoltative, non avendo però accumulato un’esperienza storica a livello comunale hanno bisogno di capire come meglio gestire questa funzione che ritengono estremamente rilevante.

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