Focus: La comunità resiliente e il ruolo delle aree rurali e montane del Paese per la ripartenza

4 giugno 2021

L’emergenza Covid e la conseguente crisi economica e sociale hanno posto i territori di fronte alla sfida della resilienza, pilastro del Piano Nazionale (PNRR) che rappresenta lo strumento attuativo con cui utilizzare le risorse del Next Generation UE. Se è vero che con il termine resilienza si individua la capacità di assorbire un urto o uno shock esterno, è indubbio che la pandemia abbia rappresentato uno stress test non solo per le istituzioni e le economie della società contemporanea, ma anche per la governance territoriale. Le fragilità di un tessuto amministrativo principalmente composto da Comuni di dimensioni piccole, e caratterizzato da una vistosa frammentazione delle funzioni e dei ruoli, si trovano ora più che mai di fronte all’opportunità di ripensarsi, promuovendo nuove strategie di sviluppo resiliente incentrate sui valori della condivisione e della sostenibilità.

Si tratta, in realtà, di una strada già intrapresa da alcuni territori ben prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria. Un processo che è stato avviato sulla scia delle indicazioni normative che hanno promosso l’aggregazione e l’intercomunalità, sia per ragioni di efficientamento e miglioramento dell’offerta prestazionale, sia per fronteggiare oggettive situazioni di limitatezza di mezzi a disposizione, specialmente dal punto di vista delle competenze e delle risorse umane. Su tutto il territorio nazionale non mancano infatti esperienze di Enti e Amministrazioni che, seppur con interventi eterogenei e spesso incentrati su alcune peculiarità locali, hanno intrapreso percorsi di sviluppo resiliente su scala sovracomunale o in area vasta. Occorre, tuttavia, elaborare una strategia ben definita, evitando che i territori tendano a promuovere dei modelli focalizzati su singoli aspetti tematici, piuttosto che su una visione organica di sviluppo sostenibile che dovrebbe coinvolgere non solo l’ambito ambientale ma anche quello socio-economico. La pandemia ha reso estremamente evidente quanto questa impostazione debba essere attuale e prioritaria, quanto gli interventi debbano essere trasversali e, soprattutto, quanto una visione strategica debba tradursi in programmi di implementazione il più possibile partecipati.

Il Progetto ITALIAE, finanziato nell’ambito del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, lavora su questi temi dal 2017, e negli anni ha cercato di approfondire queste esperienze, per comprendere se tali scelte e processi presentino dei tratti di replicabilità in altri territori e, laddove innescatesi in modalità bottom-up, possano rivelarsi un passaggio propedeutico al disegno di una più ampia strategia di sviluppo resiliente. A tal fine, all’interno del palinsesto del Forum PA 2021 il Progetto ITALIAE sarà presente con un proprio appuntamento, il 23 giugno 2021 alle ore 17, dal titolo “Le sfide dei territori per la ripartenza”. All’interno dell’evento ci sarà un focus sul tema della resilienza. Ospiteremo rappresentanti e amministratori di alcuni territori in cui simili percorsi di sviluppo resiliente stanno avendo luogo, per comprenderne le caratteristiche, gli ambiti di applicazione e le potenzialità. Interverranno:

  • Stefania Di Cicilia, Presidente dell’Unione dei Comuni Terre dell’Ufita.
  • Giovanni Palli, Presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese;
  • Stefano Pisani, Sindaco Comune di Pollica (SA);

Un sentiment profondo che abbraccia le testimonianze che ascolteremo riguarda la questione della valorizzazione del territorio collegata ad uno sviluppo integrato e, soprattutto, ad impronta sostenibile. In questa prospettiva, è ‘territorio’, nella sua più ampia e articolata accezione, l’insieme del patrimonio fisico e del capitale umano presente in una determinata area, ma anche la capacità produttiva agricola e agroindustriale prevalente, le tradizioni che lo rappresentano, la cultura che ne distingue lo spessore, il patrimonio immobiliare di cui dispone, l’ambiente che lo pervade, le idee di sviluppo e la visione che gli attori che vi operano possiedono. È ‘territorio’, soprattutto, ciò che è percepito come tale dalla comunità che lo vive, lo alimenta in maniera coordinata e ne promuove e sostiene l’identità non solo in chiave turistica, quanto per creare occasioni di sviluppo resiliente ancorate al riconoscimento dei propri valori.

Tutto questo è ‘territorio’, da promuovere ma, allo stesso tempo, da preservare. La strada della resilienza e della ripresa non può che partire da questi valori e da queste risorse. Si tratta di un percorso che, se non vorrà rivelarsi un intervento estemporaneo e occasionale, ma bensì un’azione strutturale e duratura, dovrà essere condiviso e co-disegnato, coinvolgendo attivamente i rappresentanti del tessuto economico e sociale che insiste su quei luoghi. Il ruolo della governance è e sarà quello di proporre soluzioni efficaci per sostenere i luoghi più fragili, tra cui le aree montane e rurali che, specialmente nell’era del post-Covid, richiedono un’attenzione oltre ogni soglia.

Gli interventi dei rappresentanti del territorio saranno approfonditi e discussi da Marco Bussone, Presidente Nazionale UNCEM, e Luca Masneri, Sindaco di Edolo (BS).

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