Il ruolo dell’Università per le Aree Interne. A cura di Margherita Interlandi e Luigi Famiglietti

25 ottobre 2021

Il volume analizza l’attuazione della gestione associata di servizi e funzioni in “Val di Comino”, territorio della provincia di Frosinone inserito nella Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).

L’indagine, attraverso interviste a sindaci ed esperti che hanno analizzato i punti di forza e le criticità della Strategia, offre spunti per la valorizzazione del territorio: dalle scelte dei modelli di gestione associata al rapporto tra primi cittadini e personale comunale, dalla riorganizzazione dei servizi essenziali alle politiche di sviluppo locale, dalla risposta all’emergenza Covid-19 fino al ruolo centrale dello smartworking.

Tale elaborato è il frutto dell’impegno collettivo degli studenti del corso di Diritto degli Enti Locali dell’A.A. 2019/2020, tenuto dal prof. Luigi Famiglietti[1] all’interno del Corso di laurea in Servizi giuridici per Lavoro, Pubblica Amministrazione, Sport e Terzo Settore -Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.

Il corso di Diritto degli Enti Locali e questa attività di ricerca si sono svolti al tempo del “lockdown” istituito per fronteggiare la pandemia di Covid-19, utilizzando interamente il metodo della didattica a distanza.

 

Gli studenti hanno lavorato con l’obiettivo di verificare lo stato di attuazione della gestione associata di servizi e funzioni all’interno dell’area “Snai” della Valle di Comino, zona limitrofa all’ Università di Cassino, e capire in che modo il coordinamento degli enti territoriali possa favorire la realizzazione della strategia di sviluppo.

L’idea di approfondire questo tema è nata dalla constatazione che l’associazionismo intercomunale, ancora lungi da divenire realtà in tutta Italia, ha trovato nuovo slancio con la Strategia Nazionale per le Aree Interne che prevede, come prerequisito per l’ammissione dei comuni, la gestione in forma associata di almeno due funzioni e servizi per garantirne una maggiore efficacia nell’erogazione, in termini di qualità e quantità nonché per centrare le finalità degli investimenti previsti. 

Fra gli strumenti metodologici utilizzati figurano il volume “ L’associazionismo intercomunale nelle aree interne” pubblicato a dicembre 2019  a cura del Formez PA e IFEL-ANCI che  analizza le  48 aree progetto che hanno raggiunto il pre-requisito associativo per l’ammissibilità alla SNAI e il volume “La voce dei sindaci delle aree interne” a cura di Sabrina Lucatelli e Francesco Monaco.
che racconta il lavoro di sindaci e amministratori locali impegnati nel percorso della Strategia.

Il volume presenta la prefazione del Ministro Provenzano che sostiene come sia indispensabile, per la Snai, passare dalla fase di sperimentazione alla strutturazione di una vera e propria politica nazionale stabile e la premessa della prof.ssa Margherita Interlandi[2] che analizza il ruolo dell’università come presidio sociale per uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile.

Dopo un capitolo introduttivo sull’evoluzione del quadro normativo sul riordino territoriale a cura del prof.  Luigi Famiglietti, la prima parte del volume presenta una attenta analisi delle politiche messe in campo a livello nazionale dalla Snai e della realtà associativa preesistente della Val di Comino.

Il comprensorio “Val di Comino”, area pilota tra le quattro individuate dalla Regione Lazio per la sperimentazione della SNAI, è formato da 17 comuni del Frusinate con una popolazione complessiva di circa 30mila abitanti e storici problemi di spopolamento e sottosviluppo.

Nel 2018, la firma della strategia in ambito SNAI, frutto di una collaborazione istituzionale e fra gli attori del territorio, ha fatto intravedere la possibilità di poter scrivere un futuro diverso.

L’area potrà contare su quasi 13 milioni di euro per la realizzazione degli interventi previsti.
 Alle spalle forme consolidate di collaborazione fra comuni, ben cinque associazioni preesistenti tra unioni e comunità montane (Unione dei comuni Val di Comino, Unione delle Mainarde, Unione delle Cinque Città, Comunità Montana Valle del Liri e Comunità Montana Valle di Comino), caratterizzate però da sovrapposizione e frammentarietà.

E cosi anche qui, analogamente alla maggior parte delle aree Snai, si è preferito adottare il modello “più leggero” della convenzione per ricomprendere tutti i comuni dell’area Snai senza sciogliere le associazioni preesistenti, consentendo ai vari comuni di mantenere piena libertà nella gestione in forma associata di funzioni e servizi. Molti comuni continuano ancora oggi ad avere servizi associati anche con comuni esterni all'area Snai.

Per quanto riguarda l’adempimento del pre-requisito associativo, la Valle di Comino ha scelto di associare le funzioni di Catasto e Protezione Civile.

Sostanzialmente si configura un’area strategica a due velocità: il gruppo di testa è costituito dai comuni che afferiscono all’ Unione di comuni “Val di Comino” ed i centri limitrofi, tutti orientati su Sora come polo di servizi, mentre i comuni più vicini al polo di Cassino sono più lontani dal fulcro della sperimentazione e sono stati meno coinvolti nella prima fase della strategia.

L’Unione dei comuni Val di Comino esiste  da circa 10 anni, ha favorito uno spirito di coesione maggiore in quest’area  e gestisce in maniera effettiva, non solo sulla carta come spesso accade,  i seguenti servizi: raccolta differenziata porta a porta (da circa 7 anni); edilizia scolastica; protezione civile (devoluta di seguito all’iniziativa SNAI); polizia locale e tutti i servizi scolastici, quindi manutenzione ordinaria-straordinaria delle scuole, il servizio di trasporto per i bambini ed il servizio mensa. La gestione del SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) invece è affidata alla comunità montana della Valle del Comino. Vi è, poi, la presenza di due CUC (Centrali Uniche di Committenza) una afferente all’unione dei comuni e l’altra alla comunità montana.

Nella seconda parte dell’elaborato  si è deciso innanzi tutto di raccogliere le testimonianze  dei sindaci, i protagonisti della strategia, veri e propri riferimenti delle comunità che amministrano e che spesso si sentono lasciati soli dalle istituzioni sovra comunali. Devono inventarsi soluzioni anche rispetto a criticità che esulano dalle loro competenze.

Guidano borghi suggestivi e dalla grande valenza culturale e paesaggistica ma con risorse economiche sempre più esigue, con dotazioni organiche sempre più risicate e anziane e cittadini sempre più esigenti.

Dopo un primo contatto via mail, gli studenti hanno incontrato nella loro classe virtuale il sindaco del comune capofila, i referenti di alcune materie e coloro che hanno risposto alla nostra richiesta di intervista.

Partire dal basso e dai sindaci è il punto centrale della Strategia Nazionale e lo è stato anche per questa ricerca, utilizzando una modalità di indagine qualitativa.

L’innovazione introdotta dalla Snai consiste nella richiesta fatta ai comuni di lavorare a livello di sistemi territoriali che abbiano carattere di permanenza da costruire attraverso la gestione associata di funzioni e servizi, provare a superare nella programmazione i confini amministrativi dei singoli centri per guardare all’insieme del territorio e non alle sue componenti

I sindaci della Val di Comino si sono trovati per la prima volta in questo percorso sperimentale ed hanno raccontato nelle interviste con grande sincerità e generosità le loro speranze ma anche i dubbi e le delusioni. Si sono incamminati in questo percorso dettato dalla Snai consapevoli di lavorare su una prospettiva di lungo termine, spinti dal desiderio di frenare lo spopolamento, potenziare i servizi pubblici, provare a creare occupazione.

Tanti i temi affrontati nelle interviste: dalle soluzioni e problematiche emerse nella costruzione dei sistemi intercomunali all’avvicendamento dei sindaci nel corso del percorso SNAI;  dal rapporto tra colleghi sindaci  al rapporto con i cittadini ed il personale comunale; dalle soluzioni e i modelli associativi più frequenti alle relazioni interistituzionali con Regione e Ministeri; dalla riorganizzazione dei servizi essenziali alle politiche di sviluppo locale; dalla risposta all’emergenza Corona Virus  fino al ruolo centrale dello smartworking ( e relativo abbattimento del digital divide).

Dopo le interviste ai sindaci, nella sezione “Parola agli esperti” figurano le interviste a due protagonisti della strategia Clelia Fusco, dirigente del Formez e Francesco Monaco, coordinatore del Tavolo Tecnico Snai con il Ministro Provenzano.

Clelia Fusco, responsabile del progetto del DFP “La Strategia nazionale per le aree interne e i nuovi assetti istituzionali” attuato dal Formez PA nell’ambito della SNAI a partire da maggio 2016, ha spiegato come sono stati accompagnati i territori nell’individuazione delle soluzioni più efficaci per il perseguimento del requisito associativo, sulla base del fabbisogno di governo istituzionale ed operativo.

Francesco Monaco, ha seguito la strategia nazionale sin dalla nascita ed ha svolto, in quanto referente Anci per le politiche di coesione, un’azione volta oltre che alla costruzione delle politiche urbane, anche al costante sostegno e supporto ai sindaci dei piccoli comuni e ha chiarito che la Snai è importante non solo per le risorse pubbliche che trasferirà ma anche perché propone un metodo innovativo, capace di mettere al centro persone, bisogni e aspirazioni.

Gli studenti hanno intervistato anche Vincenzo Durante responsabile incentivi di Invitalia ed in particolare responsabile della misura “Resto al Sud” che ha illustrato i vari tipi di misure agevolative per l’avvio di nuove imprese previste per la Val di Comino.

 Infine, Silvia Barbone e Rino Vitelli, esperti di politiche per il turismo che hanno sviluppato la certificazione PM4SD (Project management for sustainable development) spiegano che tipo di modelli seguire per aumentare l’attrattività della Val di Comino e mettere in campo adeguate politiche di sviluppo turistico.

La pubblicazione si chiude con un’intervista al Ministro Manfredi che ha chiamato ad un impegno specifico gli atenei: “Le università possono essere per le aree interne i poli di trasformazione che accompagnano il cambiamento del modello di sviluppo territoriale e possono supportare gli Enti locali nell’impiego delle tecnologie per ridurre gli effetti della marginalità geografica di questi territori.”

[1] Professore a contratto di Diritto degli Enti Locali presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale

[2] Professoressa Ordinaria di Diritto Amministrativo presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale 

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