Case Study: l’Unione della Romagna Faentina

9 maggio 2020

Il seguente studio di caso analizza l'esperienza delll'Unione dei Comuni della Romagna Faentina (Emilia-Romagna), che fa parte delle Unioni che hanno aderito alla Community del Progetto.

Le informazioni sono state raccolte a seguito di un’attività di analisi dei fabbisogni realizzata da ITALIAE come azione di supporto ai processi associativi in essere. Il contributo è stato realizzato con il supporto dei referenti dell’Unione, per l’occasione rappresentata da Paolo Ravaioli, Coordinatore dell’Unione, Monica Visentini, Ufficio Politiche Europee dell’Unione e Andrea Luccaroni, Assessore inclusione sociale, sicurezza e polizia locale, politiche europee - Comune di Faenza.

Uno sguardo all’Unione

  • L’Unione è stata costituita nel 2012 (6 Comuni, 88.534 abitanti, circa 6.000 imprese);
  • N. 490 risorse; dal 1 gennaio 2018 tutte le funzioni e tutto il personale dei Comuni associati sono stati trasferiti all’Unione;
  • Innovativo modello di governance che permette ai singoli Comuni di mantenere rappresentatività politica locale e introduce un ispessimento del tessuto democratico locale, guadagnando anche in efficienza/efficacia;
  • Sviluppo: Piano Strategico con orizzonte 2030 sul modello delle Città Metropolitane; obiettivo di aggregare e coinvolgere tutta la comunità locale in una riflessione sul futuro e sulle azioni da realizzare; programmazione come base per confronto con gli altri livelli istituzionali.

Peculiarità del modello organizzativo

Tutte le funzioni dei Comuni sono trasferite all’Unione, così come tutto il personale: in sostanza, l’Unione ha realizzato una fusione delle strutture amministrative. Il naturale polo attrattore dell’Unione è la città di Faenza, che ospita circa i due terzi della popolazione dell’Unione. Questo aspetto ha agevolato il processo di conferimento totale che è avvenuto in buona parte con le forze del comune attrattore. La nuova struttura, tuttavia, deve svilupparsi e rafforzarsi nelle sue peculiarità organizzative. I singoli Comuni hanno mantenuto piena autonomia in termini di bilancio e di potestà impositiva e in genere per tutte le questioni che riguardano il singolo territorio comunale.

Prospettive di sviluppo e richieste

La principale richiesta dei referenti dell’Unione riguarda la necessità di migliorare la capacità di rappresentare il territorio nei confronti dei cittadini e nei confronti delle altre istituzioni. Ad oggi, i cittadini non riconoscono i soggetti dell’Unione come veri rappresentanti del territorio. Dal punto di vista istituzionale l’Unione ha elaborato una politica di governance, attraverso modifiche statutarie, che consente a tutti i Comuni di avere un potere di rappresentanza maggiore all’interno dell’Unione (di fatto, prima di questa modifica le competenze istituzionali erano state svuotate, in quanto trasferite all’Unione, come previsto dalle norme in materia e come in genere stabiliscono le Unioni di Comuni in Italia, per le funzioni conferite). Alcune competenze sono state riportate al singolo Comune laddove la questione da trattare riguardi solamente quel Comune; inoltre, è stata significativamente aumentata la rappresentatività degli eletti dentro l’Unione, dando risposte rilevanti sul fronte della cosiddetta “rappresentanza interna”. Ciò che deve essere sviluppato, ad oggi, è la visibilità esterna, ossia il riconoscimento da parte delle altre istituzioni del ruolo e della funzione delle Unioni di Comuni, anche nelle normative nazionali e regionali di settore in cui le Unioni di Comuni non sono esplicitamente citate sia nella relazione istituzionale con le autorità di governo. A tal fine è auspicabile un supporto che da un lato agevoli la relazione istituzionale e che dall’altro, più in generale, attraverso la leva della comunicazione istituzionale contribuisca alla definizione di un adeguato piano di comunicazione e alla realizzazione di alcune azioni pilota.
Le Unioni quando sono adeguatamente strutturate sono in grado di rappresentare gli interessi di un territorio più ampio in maniera autonoma e distinta rispetto alle singole esigenze dei territori e possono farlo con più forza. Pertanto, le Unioni devono rivendicare questo ruolo. Un elemento su cui occorre far leva nel valutare l’operato di una Unione è la capacità di rappresentare un territorio, di essere riconosciuti come tale. Per questo è fondamentale che siano condivise a livello nazionale le caratteristiche delle Unioni strutturate: la nostra esperienza ci consente di evidenziare come rilevanti e strategici alcuni elementi: il conferimento totale delle funzioni, del personale una governance strutturata e l’esistenza di una progettazione strategica di Unione.
L’Unione deve diventare un attore strategico per portare avanti scelte e politiche di sviluppo: ha queste potenzialità, ma rischia di essere vissuta come un momento di abbandono di un territorio, della prossimità. Anche per questo è fondamentale che le Unioni sviluppino la capacità di progettuale, che consenta di pianificare il proprio sviluppo e lo sviluppo del proprio territorio. L’Unione della Romagna Faentina ha attivato in questi mesi il percorso che la porterà a dotarsi di un Piano Strategico al 2030 che consentirà anche di capire come riorganizzare la struttura (un supporto sul fine tuning organizzativo e sulla conseguente crescita e formazione del personale per l’accrescimento delle necessarie competenze trasversali sarebbe auspicabile). Un’altra sfida dell’Unione è quella di portare i servizi vicini ai cittadini, attraverso sportelli polifunzionali e servizi telematici: questo richiede un forte lavoro di progettazione per la gestione dei dati. Un’ulteriore richiesta riguarda la volontà di portare avanti in maniera continuativa l’esperienza di confronto con altre Unioni, per condivisione e confronto. Le Unioni rappresentano città, reti di città, che sono spesso di dimensioni analoghe se non superiori a quelle di un comune capoluogo e, ciononostante, non sono prese in considerazione.
L’Unione di Comuni in quanto nuova autorità locale che si va consolidando, ha bisogno di essere rappresentata e riconosciuta come attore istituzionale a tutti gli effetti affinché possa svolgere in modo compiuto la propria capacità progettuale attraverso la definizione delle proprie strategie e delle attività attuative che ne derivano. È ormai unanimemente condiviso che per una crescita organica dei territori è necessario superare la dicotomia centro-periferia e urbano-rurale e promuovere politiche territoriali che facciano emergere le potenzialità latenti dei territori trascurati: in questo senso le Unioni di Comuni possono svolgere un ruolo fondamentale.

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