L’associazionismo e le risposte all’emergenza Covid: l’esperienza della Federazione del Camposampierese

21 aprile 2020

Il Progetto ITALIAE ha avviato un focus tematico sull’emergenza Covid-19, ed in particolare su come l’associazionismo comunale sta rispondendo alla crisi in atto dal punto di vista della gestione dell’emergenza, dei servizi agli utenti e delle soluzioni organizzative. Il presente contributo è stato redatto a seguito di un’intervista realizzata ad Annamaria Giacomelli, Direttore Generale della Federazione dei Comuni del Camposampierese, che fa parte della Community del progetto.

1. L’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova l’intero Paese, sia dal punto di vista sanitario, che dal punto di vista sociale ed economico. Com’è la situazione sul vostro territorio?

La Sede della nostra Unione non è molto distante da uno dei primi Comuni (Vò, a circa 55 km) ad essere stato al centro della pandemia. Il Veneto ha registrato l’8,9% dei casi di contagio di tutta l’Italia (165.155 alla data del 16.04.2020), molti meno della Lombardia che ha registrato il 37% dei casi totali. Ora la curva sta finalmente scendendo, anche se moderatamente. Nei nostri Comuni non ci sono stati tantissimi casi: viaggiamo su un numero di persone controllate a domicilio o ricoverate che non è superiore in media a 25 per Comune, con un totale dei casi al 28 marzo di 215 (1,4% dei casi totali del Veneto).

Come Federazione siamo partiti molto presto per far fronte all’emergenza sanitaria. Tra le funzioni trasferite abbiamo anche la Protezione Civile, che tuttavia, a differenza delle altre funzioni fondamentali, prevede che la responsabilità resti in capo ai Sindaci in caso di situazioni di calamità naturali o per la salvaguardia della salute pubblica. Nei casi prospettati si procede all’apertura dei COC (centri operativi comunali). Come Federazione abbiamo facilitato l’apertura dei COC nei vari Comuni e abbiamo attivato presso il nostro comando di Polizia Locale un COI (centro operativo intercomunale) che funge da coordinamento delle protezioni civili dei 10 Comuni della Federazione, più il Comune di Trebaseleghe che fa parte dello stesso Distretto della Protezione Civile del Camposampierese. Il COI viene presidiato dalle 7.30 alle 19.30 (orario continuato) e dispone di tre postazioni, di tre numeri di telefono dedicati alla cittadinanza (per informazioni e segnalazioni) e di una linea dedicata agli amministratori, agli operatori e alla direzione (quest’ultima linea è operativa 24 ore su 24). Riceviamo circa 250 telefonate al giorno, e per gestire le attività disponiamo di tre risorse umane operative 12 ore al giorno. È stato implementato anche un ufficio amministrativo della Protezione Civile che coordina e gestisce gli interventi delle squadre operative sul territorio. Si occupano del monitoraggio del territorio e, a seconda delle esigenze dei Sindaci, si sono occupati e continuano ad occuparsi della consegna, casa per casa, dei dispositivi di sicurezza e dei buoni alimentari. I volontari della Protezione Civile inoltre, si adoperano per fare la spesa e per consegnarla poi a domicilio agli anziani soli e alle persone fragili, su indicazione dei servizi sociali dei comuni facenti parte della Federazione.

Il COI ha rappresentato e ancora rappresenta un aiuto molto importante per i Comuni dell’Unione, in quanto un unico centro si è fatto carico di tutte le emergenze e segnalazioni provenienti dall’intero territorio e questo, 24 ore su 24.

La Federazione ha acquistato con proprie risorse dispositivi certificati per la protezione individuale. Gli ospedali hanno i dispositivi contingentati al massimo, ed è per questo che abbiamo fatto partire una raccolta fondi per supportarli. È stato aperto un conto corrente dedicato presso la tesoreria dell’Unione con causale obbligatoria “sostegno sanitario emergenza COVID-19” - AULSS 6.

Con il ricavato si è proceduto acquisto di dispositivi di protezione individuale (DPI (visiere, tute, camici, mascherine, guanti ecc.) per il personale sanitario e si procederà all’acquisto di strumentazione sanitaria (ad esempio un respiratore polmonare). Sono stati raccolti già 37.500 euro.

2. Quali sono le principali criticità che avete dovuto affrontare all’interno della vostra comunità e quale strategia ha messo in campo l’Unione per fronteggiare l’emergenza?

È indubbio che in questo periodo l’Unione si sia data delle priorità diverse. Abbiamo momentaneamente accantonato diversi progetti sul tema dello sviluppo locale e sulla digitalizzazione dei servizi alla cittadinanza, sul consolidamento dei data center e sulla interoperabilità delle infrastrutture abilitanti che stavamo portando avanti in collaborazione con la Regione Veneto, oltre alla progettazione del possibile trasferimento in Unione della Funzione dei servizi sociali.

Abbiamo sanificato i mezzi della Polizia Locale e acquistato l’attrezzatura per sanificare, con l’aiuto dei volontari della Protezione Civile, tutte le strade comunali. La Regione Veneto ha commissionato la fornitura di mascherine ad una società sita in uno dei Comuni del Distretto della Protezione Civile del Camposampierese, per poi distribuirle nel territorio. Non sono dei dispositivi certificati, né mascherine chirurgiche, ma sono comunque utili per garantire un certo livello di protezione.

Inoltre, per sostenere le persone fragili e le famiglie più in difficoltà, Il Comando della Polizia Locale e la Direzione della Federazione hanno promosso un’iniziativa a carattere solidale aperta al personale dipendente, agli amministratori, ecc. Tale iniziativa consiste nella raccolta di generi alimentari e di prima necessità (prodotti per l’igiene personale e per l’infanzia), che vengono consegnati presso il COI; qui i generi alimentari e di facile conservazione vengono suddivisi in base alla categoria merceologica. Poi, ogni lunedì, i volontari della Protezione Civile provvederanno alla distribuzione a domicilio di quanto raccolto in base alle effettive richieste di aiuto pervenute ai Comuni della Federazione e trasmesse al COI.

3. Quali sono le principali soluzioni che avete adottato per garantire i servizi alla persona e alle fasce più fragili? Avete adottato soluzioni innovative e sviluppato nuovi servizi?

Non gestiamo i servizi sociali in forma associata, ma ci stiamo coordinando con tutti i sindaci per tutte le attività e le decisioni, tra cui i criteri per l’assegnazione del buono alimentare. La Federazione ha pertanto avuto una funzione di facilitatore, contribuendo alla gestione di alcuni servizi alle persone più in difficoltà (come la già menzionata consegna della spesa). Uno dei primi problemi che ci sono stati posti è la questione degli asili nido e delle materne: abbiamo molti asili parrocchiali (non statali) che hanno chiesto un aiuto economico in quanto le famiglie fanno fatica a pagare le rette in considerazione della chiusura delle attività a causa dell’emergenza sanitaria. Pertanto, sebbene non siamo riusciti ad erogare aiuti per la gestione degli asili, abbiamo comunque anticipato il contributo annuale, per garantire la liquidità ai parroci, in modo da consentirgli il pagamento degli stipendi agli insegnanti. Tutto questo in una situazione in cui le entrate si sono sensibilmente ridotte. Come Unione, abbiamo registrato drastiche riduzione per le entrate legate alla tassa di soggiorno e alle sanzioni elevate per violazioni al Codice della Strada. Il bilancio della Federazione come quello dei Comuni purtroppo ne risentirà ancora per mesi (in particolare per l’introito dell’IMU). Per quanto riguarda la tassa di soggiorno, la Giunta della Federazione ha deliberato il rinvio delle scadenze per il versamento della tassa al 15 ottobre. Anche in merito alle mense scolastiche, che gestiamo in Unione per tutte le scuole, la situazione non è rosea. Per quelle date in concessione è tutto sospeso (da tener presente che nel caso di concessione di servizi, di norma i rischi economici della gestione del servizio, sono trasferiti sul concessionario), per quelle in gestione diretta siamo in attesa di capire se dobbiamo sostenere comunque dei costi amministrativi fissi. Lo capiremo quando si ripartirà, al momento non abbiamo certezze sui costi reali.

Una priorità di intervento ha riguardato anche le case di riposo, alle quali abbiamo consegnato le prime mascherine disponibili. Abbiamo tuttavia dovuto sospendere le visite parentali. Non registriamo nessun caso di Covid-19 in quella di Borgoricco e Trebaseleghe mentre in quella sita nel Comune di Camposampiero ci sono attualmente 27 casi di contagio. Infine, abbiamo supportato l’accompagnamento alle visite mediche già programmate e non differibili per anziani soli o per persone fragili, negli ambulatori o negli ospedali (servizio fornito dalla Protezione Civile).

Per quanto riguarda le nuove soluzioni adottate, stiamo gestendo sia gli incontri della giunta che le varie riunioni di coordinamento in modalità video-conferenza, ed abbiamo in programma di rendere pubblico il consiglio di maggio tramite YouTube. Sul tema della digitalizzazione dei servizi al cittadino abbiamo stipulato un accordo con il SIT Belluno che gestisce la manutenzione informatica e gli acquisti di materiale hardware e software per 120 Comuni, per l’implementazione di una piattaforma all’interno della quale i cittadini potranno interloquire e rapportarsi a distanza con la PA anche nel post-emergenza Covid-19.

4. Come avete organizzato il lavoro agile? C’erano condizioni di contesto che hanno favorito questa modalità di lavoro a distanza oppure siete partiti ex-novo? Quali criticità avete riscontrato nell’applicare lo smart working?

La federazione conta in questo momento 49 dipendenti, dei quali 38 sono agenti di Polizia Locale. Degli altri 11 (compreso il Direttore), per 7 sono stati attivati programmi di lavoro agile, i rimanenti sono stati posti in congedo ordinario per ferie pregresse ancora da usufruire e rotazione in presenza in ufficio per lavori indifferibili. Sono in smart working anche i dipendenti della società partecipata pubblica della Federazione ASI srl (circa 30 lavoratori). Con questa modalità i dipendenti della Federazione e della Società partecipata, che lavorano in modalità agile hanno sottoscritto con il datore di lavoro un semplice accordo, nel quale la programmazione del lavoro avviene su un arco temporale di una settimana o 15 giorni, le attività rientrano tra quelle facenti parte degli obiettivi di PEG assegnati al lavoratore, salvo quelle legate alla emergenza sanitaria in corso. Ogni dipendente riferisce settimanalmente al rispettivo Responsabile del settore o al Direttore gli obiettivi e le attività portate a termine.

Un’altra attività che gestiamo in forma associata è quella dei servizi informatici: siamo riusciti ad organizzare un piano di lavoro agile per tutti i dipendenti che prevede un accordo basato su un programma di lavoro. Siamo riusciti a procurare un notebook a chi non lo aveva, e garantito le connessioni tramite VPN. Abbiamo inoltre adeguato la piattaforma delle timbrature inserendo il codice ‘lavoro agile’.

Proprio perché i servizi informatici erano già gestiti in maniera diretta dalla nostra società in house, siamo stati avvantaggiati nell’applicare lo smart working anche se partiti praticamente ex novo.

Il primo passo è stato individuare i servizi indifferibili e richiedenti l’attività in presenza. In questo secondo gruppo rientrano in toto Protezione Civile e Polizia Locale, mentre controllo di gestione e centrale unica di committenza (CUC) sono stati pianificati in lavoro agile, garantendo comunque una minima presenza settimanale tramite rotazione del personale. Il servizio “formazione” è stato sospeso fino al 4 maggio in quanto non era possibile programmare seminari in presenza, e se l’emergenza si protrarrà, passeremo alla modalità webinar.

Il Covid-19 ha dato l’opportunità di mutare il nostro modo di lavorare e gestire i cambiamenti, aumentando anche la qualità della vita. Il lavoro agile è fondato su un accordo tra le parti, un’opportunità data a tutti i dipendenti, siano essi assunti con contratto a tempo pieno che full time.

Certo il lavoratore deve essere dotato delle essenziali soft-skills, è necessario saper gestire le urgenze, la pianificazione delle attività e il digital divide (l’accesso e la gestione risorse informatiche da remoto) che rappresenta ancora oggi un rischio/limite importante.

Un altro limite da superare è il cambio di paradigma, il lavoro agile è un nuovo rapporto di lavoro tra manager e dipendente legato sulla fiducia e non sul controllo. Soprattutto i dirigenti e i manager devono sperimentare una nuova leadership devono anch’essi diventare degli smart Manager ovvero acquisire un’impostazione mentale adeguata.

5. In che termini l’associazionismo comunale ha rappresentato un valore aggiunto per fronteggiare la crisi in atto?

La Federazione ha sicuramente facilitato la gestione dell’emergenza sia dal punto di vista organizzativo che da quello operativo. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, abbiamo supportato i Comuni nella predisposizione di atti quali: le ordinanze per le chiusure di parchi, giardini, piste ciclabili. Gestito la fornitura per tutti di cartellonistica riguardante i relativi divieti. Mentre sul piano operativo il lavoro del COI e della Polizia Locale (gestita in forma associata) è stato ed è ancora di primaria e fondamentale importanza per la gestione della crisi. Inoltre, i Sindaci e i responsabili dei servizi sociali hanno condiviso i criteri per la destinazione dei buoni alimentari alle famiglie, finanziati con i contributi assegnati dal Dipartimento della Protezione Civile il 30.03.2020. I buoni sono stati predisposti direttamente dagli uffici comunali, con tagli minimi di 10 euro e multipli di 10, sulla base delle linee di indirizzo inviate dall’ANCI.

Sono state presentate alla data odierna in media circa 100 domande per Comune e distribuiti buoni alimentari nemmeno per la metà dei fondi assegnati. Certo è la prima trance che vale per due settimane ma in ogni caso, i fondi assegnati ai Comuni della Federazione sono più che sufficienti.

Per quanto riguarda la rendicontazione da parte dei negozianti che hanno dato la loro disponibilità a collaborare con le amministrazioni comunali, accettando i “buoni spesa” si chiarisce che si tratta di buoni multiuso, in quanto al momento della loro emissione non è nota la disciplina Iva applicabile alla cessione dei beni cui il buono -corrispettivo darà diritto. Configurandosi quindi come semplici “documenti di legittimazione”, la cui circolazione è esclusa dal campo Iva per mancanza del requisito oggettivo al pari di una cessione di denaro (art. 2, comma 3, lett. a) del DPR 633/72, una volta raccolti i buoni spese utilizzati presso quel rivenditore, lo stesso procederà entro la fine del mese in cui vengono utilizzati (spesi), ad emettere fattura elettronica a carico dell’Amministrazione che li ha emessi, fuori campo IVA, quindi di fatto è una semplice rendicontazione.

6. Quali saranno le priorità su cui bisognerà intervenire sul piano dei servizi e della gestione organizzativa nel post-emergenza?

La ripartenza, che obiettivamente non possiamo ipotizzare avverrà prima di giugno, comporta la necessità di progettare e programmare delle attività (partendo dalle risorse che saranno disponibili) che siano di sostegno alle attività economiche e che rilancino l’intercettazione dei turisti nel nostro territorio. I Comuni della Federazione sono attrattivi non solo per la presenza di piste ciclabili e cammini dedicati, ma anche per le Ville storiche e le opere d’arte. Parlando poi in maniera più estesa, la nostra Regione è una di quelle con maggior presenza turistica d’Italia, con 70 milioni di visitatori annui e un fatturato di 18 miliardi l’anno. La spiaggia di Jesolo è tra quelle più ambite. Il Comune di Jesolo sta già rilanciando la spiaggia per salvare l’estate al tempo del coronavirus e progettando una app con la quale i turisti potranno prenotare digitalmente un posto in spiaggia, evitando così di creare assembramenti.

Purtroppo, dobbiamo anche prendere atto che le entrate delle Federazione al momento sono in calo. Essendo l’Unione un ente di secondo livello, dovrebbero essere i Comuni che la costituiscono a coprire gli eventuali mancati introiti da tasse o sanzioni. La Federazione vive già grazie ai contributi dei Comuni, e non può certamente chiedere ulteriori contributi dato che anche i loro bilanci saranno duramente colpiti dalla crisi. In questo contesto, è stato cruciale il ruolo del Responsabile dei servizi finanziari che ha accantonato una quota di avanzo di amministrazione risultante dal conto consuntivo dell’anno 2019 per non pregiudicare gli equilibri di bilancio e facendo confluire i fondi per le passività potenziali per l’emergenza che si concretizzerà nel 2020.

Per quanto riguarda il possibile trasferimento della Funzione “Servizi sociali” che avevamo in programma, questo percorso, ha subito una battuta d’arresto, una volta finita l’emergenza, tra le nostre priorità c’è senz’altro la ripresa del dialogo con i sindaci, oltre che la predisposizione e l’approvazione dei regolamenti sulle compartecipazioni da parte degli utenti dei servizi sociali.

Inoltre, a metà maggio usciranno i bandi regionali che metteranno a disposizione i fondi da destinare alla digitalizzazione dei servizi alla cittadinanza, al consolidamento dei data center e all’interoperabilità delle infrastrutture abilitanti, la Federazione su questo progetto è uno dei partener del SAD della Provincia di Padova.

7. Quando l’emergenza sarà finita, e ci auguriamo tutti che questo momento arrivi presto, cosa avrete appreso, come Unione, da questa esperienza?

Credo che ci siamo riusciti a conquistare un’importante riduzione del digital divide, certo c’è ancora tanta strada da fare: siamo stati tutti spinti o costretti ad avere un approccio migliore con la tecnologia. Lo smart working è stato sicuramente favorito dalle condizioni di contesto, e questa esperienza ci tornerà utile una volta tornati alla normalità. Infine, questa emergenza faciliterà il potenziamento dei progetti di digitalizzazione dei servizi al cittadino, sia introducendone di nuovi che promuovendo quelli già cantierizzati dalla Regione del Veneto e quelli già erogati in modalità differenziate.

Infine, in questa emergenza siamo stati in grado di far emergere una sorprendente capacità di lavoro di squadra e coesione, che ha caratterizzato sia la compagine politica che amministrativa, questo valore aggiunto ci sarà sicuramente utile anche nel post-emergenza, in cui l’affiatamento tra sindaci sarà un elemento decisivo per ripartire.

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